L’otosclerosi è una patologia dell’orecchio provocata da un processo distrofico a focolai dell’osso temporale che può causare un deficit uditivo. La sede generalmente più colpita è la staffa, uno dei tre piccoli ossicini situati nell’orecchio medio, la quale si irrigidisce, riducendo così la trasmissione del segnale sonoro alla coclea. Questa è detta otosclerosi stapediale; ma esistono anche delle forme di otosclerosi cocleare, dove possono essere interessate la capsula della coclea (o capsula otica) e le forme miste nelle quali sono interessate sia la staffa che la capsula otica. Di solito l’otosclerosi è una patologia bilaterale (interessa, cioè entrambe le orecchie). Questa patologia ha generalmente carattere ereditario e si trasmette più facilmente nel sesso femminile. Come già detto il sintomo per eccellenza è la perdita di udito, la quale è progressiva e può evolvere in forme molto gravi, identificate in un decorso di 4 stadi differenti. Il sistema endocrino gioca un importante ruolo nella progressione della patologia, soprattutto laddove si ha un aumento di produzione degli estrogeni. Nella maggior parte dei casi, tra i sintomi si associa all ’abbassamento d’udito l’acufene, il quale è spesso di tipo pulsante nelle fasi iniziali della malattia. In situazioni più rare si manifestano anche disturbi di tipo vestibolare, quali attacchi di vertigine oggettiva e sensazioni vertiginose di carattere posizionale causate dall’interessamento del labirinto posteriore. In gravidanza, a causa delle fluttuazioni ormonali i sintomi possono diventare anche più evidenti. Tra i pazienti otosclerotici si osserva spesso la “paracusia di Willis, ovvero un aumento della capacità uditiva nella quale l’individuo sente addirittura meglio in mezzo al frastuono, ma che contestualmente rende alcuni rumori particolarmente molesti e fastidiosi. La diagnosi di otosclerosi viene effettuata attraverso l’esame audiometrico tonale, in cui si evidenzia un determinato tipo di ipoacusia e, attraverso l’esame impedenzometrico dove è possibile riscontrare un’alterazione o l’assenza del riflesso stapediale, un riflesso che in presenza di suono molto intenso blocca la catena ossiculare. La TAC consente di valutare la presenza di focolai otosclerotici (e di otospongiosi). Per questa patologia non vi è una terapia medica risolutiva. Se la malattia non ha raggiunto uno stadio molto avanzato si può intervenire chirurgicamente attraverso due modalità differenti: la stapedotomia o la stapedectomia . Va detto che l’approccio chirurgico può essere risolutivo, tuttavia l’otosclerosi può recidivare. Nei casi in cui l’intervento non possa essere effettuato si deve ricorrere alla protesizzazione acustica onde correggere il deficit uditivo .
Dottor Pagnotta Giorgio

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