Arrivare alla determinazione di correggere la perdita uditiva rappresenta un passo molto importante al quale si giunge dopo lunghi periodi di riflessione e dubbi in merito. Mediamente tra l’insorgere dell’ipoacusia e la prima protesizzazione intercorre un lasso di tempo non inferiore ai sette anni. Infatti il più grande tabù legato agli apparecchi acustici è che essi simboleggiano “infermità”, anche se sappiamo bene che la vera infermità è rappresentata dal non sentire, oltre che dal rifiuto degli ausili di correzione che consentirebbero di ripristinare un’importantissima funzione sensoriale. Nella scelta degli apparecchi acustici più idonei al soggetto ipoacusico è necessario tener presente vari fattori fondamentali per una giusta correzione e per soddisfare le aspettative del paziente. Innanzitutto è importante conoscere l’entità e il tipo di ipoacusia, ma anche le potenzialità residue della funzione uditiva. Bisogna inoltre tenere in considerazione le capacità manuali del paziente per scegliere tra ausili che possano prevedere la gestione diretta di alcune funzioni, o viceversa ausili che abbiano il maggior numero di funzioni automatizzate. Importante è conoscere lo stile di vita, le attività quotidiane e le priorità del paziente, onde poter adottare la tecnologia più consona a soddisfare le richieste. In ultimo è sempre bene considerare anche le esigenze estetiche e concordare il giusto compromesso per avere massima compatibilità anche con gli aspetti di funzionalità e confort. I modelli estetici più comuni sono:
– Apparecchi acustici Endoauricolari. Si tratta di soluzioni completamente personalizzate, poichè il guscio è creato sulla scorta di un’impronta del condotto uditivo, ed è progettato e costruito in maniera tale da alloggiare anatomicamente e completamente all’interno di esso.
– Apparecchi acustici Retroauricolari RIE (Riceiver in Ear). Si tratta di sistemi esteticamente molto piccoli da posizionare dietro l’orecchio e che prevedono all’interno del condotto uditivo il posizionamento di un piccolo ricevitore, il quale il più delle volte non va ad occludere il canale. Èquesta una soluzione che abbina ad una grossa valenza estetica, anche dei grossi vantaggi in termini di confort. Apparecchi acustici Retroauricolari BTE (Behind the Ear). Gli apparecchi acustici BTE possono essere collegati ad un peduncoo o ad una cupolina, entrambi inseriti nel condotto uditivo. Date le dimensioni più grandi la loro prerogativa è quella legata ad una maggiore flessibilità rispetto ai deficit da trattare, compresi quelli molto gravi che richiedono un’amplificazione molto alta.
Dr. Pagnotta Giorgio
Audioprotesista, Master di specializzazione in Protesizzazione e Riabilitazione Uditiva infantile

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